"Perciò siete ricolmi di gioia, anche se ora dovete essere un po' afflitti da varie prove, perché il valore della vostra fede, molto più preziosa dell'oro, che, pur destinato a perire, tuttavia si prova col fuoco, torni a vostra lode, gloria e onore nella manifestazione di Gesù Cristo." (1 Pt, 6-7)
Tutti quanti nella loro vita hanno avuto delle prove da affrontare: vittorie e sconfitte si sono alternate in modo diverso, e certamente senza usare alcuna mezza misura. Nel tempo della vittoria non c'è nulla di meglio che godersi il risultato e brillare di gioia, mentre nel tempo della sconfitta resta solo l'amaro in bocca e un tremendo miscuglio di emozioni che appesantiscono l'anima. Eppure è così, sono le inavitabili asprezze del cammino.
C'è tuttavia un tempo, né di vittoria né di sconfitta, in cui tutto si mostra e si svela: è il tempo in cui ci si ferma a pensare, a riflettere, a meditare, a osservare i fatti come se lo facesse un osservatore esterno. Io potrei chiamarlo "il tempo della balena" pensando a Giona profeta, ma altri potrebbero chiamarlo "il tempo del crogiolo" pensando a Pietro apostolo.
Si tratta di quel momento in cui il metallo prezioso, dopo essere stato lavorato nel fuoco della quotidianità, viene lasciato raffreddare affinché possa assumere una sua personale forma e sostanza, che possano essere osservate e giudicate dal Mastro Orefice. Questi, poi, con misurata perizia lo riprenderà e lo passerà nel fuoco ancora una volta: non per avvicinarlo ad un'altra prova che lo ferisca, ma piuttosto per affinarlo verso la perfezione che Egli ricerca per quel metallo prezioso che, senza nascondimenti, ama alla follia.
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