mercoledì 30 novembre 2011

Giona, nella balena

"Il Signore dispose che un grosso pesce inghiottisse Giona; Giona restò nel ventre del pesce tre giorni e tre notti." (Giona 2,1)

A Giona, figlio di Amittai, viene affidata una Missione dal Signore: "Va' a Ninive, la grande città, e convertila." E Giona, che era profeta del Signore, subito risponde senza esitazioni: "Ma anche no!", e s'imbarca a Giaffa puntando da tutt'altra parte. Ben presto una paurosa tempesta minaccia la nave: e quando la ciurma capisce che si tratta proprio di Dio, e che soprattutto c'è di mezzo proprio Giona, ecco che i marinai lo scaraventano in mare senza indugio. La balena mandata dal Signore è quindi una salvezza per il profeta, per evitargli un affogamento e farlo meditare indisturbato sulle sue azioni. Quando infine avviene la conversione di Giona, Dio comanda al grosso pesce di sputarlo su una spiaggia, e con mitezza ricorda al profeta la missione di andare a Ninive; solo allora, dice la Bibbia, "Giona si alzò e andò a Ninive secondo la parola del Signore.".

Senza dubbio è abbastanza facile comprendere come mai, nel corso di un paio di millenni di cristianesimo, i tre giorni di Giona nella balena siano stati persino paragonati ai tre giorni di Cristo nel sepolcro: del resto, Gesù stesso era stato limpido nel dire che "come Giona fu un segno per quelli di Nìnive, così anche il Figlio dell'uomo lo sarà per questa generazione." (Lc 11, 30). All'alba del terzo millennio, però, mi piace pensare che intorno a noi ci siano molte altre "balene" che ci possono dare silenzio e solitudine, tempo per noi stessi e per ogni nostra riflessione. Ma noi non ce ne accorgiamo!

Ad esempio, forse non lo sai ma tu sei già in una balena, in questo preciso istante: si tratta di questo stesso blog! Nel mare magnum della grande rete, è un non-luogo in cui lettori e scrittori si muovono in solitaria, per pochi minuti o anche meno, per ragionare su un tema, per cercare un dialogo, o anche solo per passare del tempo. Fai attenzione, guardati attorno, e ragiona su quello che stai facendo: hai aperto una pagina web, di tua volontà, e sei fermo da solo davanti a uno schermo, a sentire l'eco di alcune parole scritte che (si spera!) ti trasmettono un messaggio.

E dopo aver finito di leggere questo messaggio, rifletti e rispondi a te stesso: a cosa stai pensando adesso? Cosa farai tra poco? Ma soprattutto: tutto questo c'entra in qualche modo con la tua Ninive?

4 commenti:

  1. prima di tutto: qual'è la mia Ninive? forse per proseguire nel rispondere alle altre domande bisogna rispondere a questa domanda... che poi per Ninive io intendo dire vocazione...

    RispondiElimina
  2. Ritagliare dei momenti per se' stessi (cioe' "entrare nella balena") e' un metodo comune per ragionare sui passi da compiere nelle nostre giornate (cioe' "fuori dalla balena").
    Ninive puo' quindi essere l'obiettivo per cui tali passi vengono compiuti: e se Ninive e' la tua vocazione, allora pensare alla tua vocazione significa pensare alla tua Ninive! :)

    RispondiElimina
  3. La mia Ninive?
    Fa paura e si sta senza dubbio più al sicuro nella balena. Sarà questo che non la si vuole lasciare o, quanto meno, io faccio tutta sta fatica ad uscire?

    RispondiElimina