martedì 4 settembre 2012

Inshallah


In queste settimane in cui si inizia a programmare il nuovo anno scolastico o lavorativo, vi lascio un paragrafo di un libro che ho gustato a fondo quest'estate e che considero bello e ricco di spunti, anche al di là delle polemiche sulla veridicità di alcuni fatti raccontati.
Si tratta del romanzo “Tre tazze di tè”, che narra l'impegno dell'ex alpinista Greg Mortenson nella costruzione di scuole nei paesi più poveri di Pakistan e Afghanistan, al fine di vincere il terrorismo e l'odio tra i popoli grazie all'istruzione:
Mortenson attese nervosamente per mezz'ora mentre Sakina lasciava in infusione il po cha. […] Quando le tazze di porcellana con il tè al burro bollente fumarono tra le loro mani, Haji Ali parlò. “Se vuoi vivere bene in Baltistan, devi rispettare le nostre usanze” disse soffiando nella sua tazza. “La prima volta che dividi il tuo tè con un baltì sei uno straniero. La seconda volta sei un ospite onorato. La terza diventi parte della famiglia, e, per la nostra famiglia, noi siamo pronti a fare qualunque cosa, persino morire” disse posando affettuosamente la mano su quella di Mortenson. “Dottor Greg, devi trovare il tempo per condividere tre tazze di tè. Forse siamo ignoranti. Ma non siamo stupidi. Siamo vissuti e sopravvissuti qui per tanto tempo”. “Quel giorno Haji Ali mi diede la lezione più importante della mia vita” afferma Mortenson. […] “era un analfabeta, che praticamente non aveva mai lasciato il suo piccolo villaggio nel Karakoram. Eppure era l'uomo più saggio che avessi mai incontrato”.
(tratto da D.O. Relin, G. Mortenson, Tre tazze di tè, Rizzoli, 2008)

Nota a piè di pagina: perché Inshallah? Perché è una delle parole ricorrenti del libro e mi ricorda di rallentare, non è il correre contro il tempo ciò che risolverà i problemi: l'ultima parola è sempre di Dio e come Dio vorrà...

Nessun commento:

Posta un commento