venerdì 3 agosto 2012

La gioia del cuore/2

E anche questo non è ancora la vera fonte della gioia, ch’è radicata ancora più profondamente,cioè nel cuore stesso, nella sua più remota intimità. Ivi abita Dio e Dio stesso è la fonte della vera gioia. Essa ci rende interamente aperti e chiari. Ci fa ricchi, forti, indipendenti dagli eventi esteriori. Ciò che ci accade dal di fuori non può più toccarci, se noi siamo interamente lieti. Chi è lieto pone ogni cosa nella sua esatta ubicazione. Ciò che è bello,egli soltanto lo vede nel suo vero splendore. Le difficoltà, gli ostacoli,li riconosce come prove per la sua forza, li affronta coraggiosamente e li vince. Egli può donare generosamente agli altri uomini e non diventa povero per ciò. Ma ha anche la schiettezza di cuore, per poter ricevere nel modo dovuto.
Ora, se la gioia viene da Dio e Dio ha sede nel nostro cuore, perché non la sentiamo? Perché siamo tanto spesso tristi, scoraggiati,di cattivo umore? Perché non è in luce la fonte da cui essa zampilla?
Come si apre la strada alla gioia? Come si può far si ch’essa fluisca nell’anima? Questo è il problema. Noi dobbiamo avvicinare a Dio ciò che di più intimo è in noi. E può avvenire in diversi modi. Si potrebbe aspirare ad una profonda intimità con Dio; rivolgersi spesso a lui con tutta l’anima e poi essere presso di lui in profondo silenzio. Forse tu conosci altre strade. Io vorrei proporti la seguente, perché su di essa è un bellissimo andare. Ciò che di più profondo vi è in noi,è il mondo delle nostre intenzioni. Se siamo di necessità una sola cosa con Dio, allora la sia gioia può fluire in noi. Ogni volta che sinceramente diciamo al Signore:«Signore, io voglio ciò che tu vuoi» è aperta la via verso la gioia di Dio. E una volta che siamo disposti a pensare sempre così,se il notro più imtimo volere è sincero ed è volto continuamente a Dio, allora noi siamo lieti, accada quello che vuole nel mondo esterno. Certo, questo votarsi a Dio deve avere già in sé qualche cosa ch’è congiunto con la gioia: non può essere forzato, angosciato o diffidente. Deve essere libero e coraggioso. Pieni di lieta fiducia, noi dobbiamo dire:«Dio potente, ciò che tu vuoi, io pure lo voglio». Si tratta dunque di lottare per assimilarsi totalmente con il volere di Dio.

Romano Guardini Lettere sull’autoformazione, Brescia 1994, Morcelliana p.8-9

1 commento:

  1. Che meravigliosa compagna di viaggio! Grazie a chi ha pensato di donarcela per questo mese.
    Nutrirà nel profondo

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