martedì 21 febbraio 2012

Bello e buono

Così si traduce l'espressione Kaloév kaiè a\gajoèv , che nell'antica Grecia indicava le caratteristiche ideali ed essenziali dell'uomo. Ed oggi? Che cos'è che ci rende “umani”?
Mi viene in mente il libro “Un uomo” di Oriana Fallaci (Rizzoli, 1979):

“proprio mentre […] i tuoi occhi incontravano i suoi occhi, ricordi lontani eppure precisi, una Lincoln nera che procede lungo la strada di Sunio, dentro la Lincoln nera qualcuno che non hai mai visto, che tuttavia devi uccidere, pensieri remoti eppure brucianti, chissà che tipo è a guardarlo in faccia, se guardi un uomo in faccia e t'accorgi che è un uomo simile a te dimentichi cosa rappresenta e ucciderlo diventa difficile quindi meglio illudersi di uccidere un'automobile [...]”

Dopo il fallimento dell'attentato al dittatore greco Papadopoulos (1968) ed anni di torture e carcere, Alekos Panagulis così risponde in un'intervista:

"- Dopo tanto soffrire, sei ancora capace di amare gli uomini?
- Amarli ancora?!? Amarli di più, vuoi dire! [...] Non crederai mica che io identifichi l’umanità con le bestie della polizia militare greca? Ma si tratta di un pugno di uomini! [...] Senti: i cattivi sono una minoranza. E per ogni cattivo vi sono mille, diecimila buoni: cioè le sue vittime. Quelli per cui bisogna battersi. Non puoi, non devi veder così nero! Io ho incontrato tanta gente buona in questi cinque anni! Perfino tra i poliziotti. Sì, sì! Ma pensa solo ai soldatini che rischiavano la pelle per portar fuori della prigione le mie lettere, le mie poesie! Pensa a tutti quelli che mi hanno aiutato, nei tentativi di fuga! [...] Oh, l’Uomo...

- Alekos, cosa significa essere un uomo?
-Significa avere coraggio, avere dignità. Significa credere nell’umanità. Significa amare senza permettere a un amore di diventare un’àncora. Significa lottare. E vincere. [...] E per te cos’è un uomo?
(http://www.oriana-fallaci.com/panagulis/intervista.html )



Nessun commento:

Posta un commento