La sentinella risponde:
«Viene il mattino, poi anche la notte;
se volete domandare, domandate,
convertitevi, venite!».
La volta scorsa parlavamo dell'importanza di porre le proprie domande, e se hai letto il capitolo di Isaia hai visto che prontamente giunge la voce alla sentinella: domanda, continua a domandare, ma sappi che alla notte seguirà il giorno, e allo stesso modo al giorno seguirà la notte.
Non stiamo parlando dell'implacabile progressione di un calendario, ma piuttosto dell'alternarsi delle stagioni dell'uomo, essere fragile ed esposto ai gelidi venti della vita. Occorre costanza per vivere senza esistere: ogni passo deve prevedere una domanda ed ogni domanda deve prevedere una direzione, ma ogni direzione deve prevedere una conversione.
La notte non fa paura, se si tiene a mente che essa fa parte della vita esattamente come il giorno. Non è triste se la notte arriva, ma è drammatico se la lasciamo dominare sui nostri passi.
PS -- il titolo del post è in ebraico antico: per ogni spiegazione in merito, lascerei la parola a Francesco Guccini, grazie al quale io ho scoperto questa bellissima pagina della Bibbia!
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