Narciso
sorrise appena. […] “Imparo molto da te, Boccadoro. Comincio a
comprendere cos'è l'arte. […] Noi pensatori cerchiamo di
avvicinarsi a Dio staccando il mondo da lui. Tu ti avvicini a lui
amando e ricreando la sua creazione”.
“L'uomo
era davvero creato per studiare Aristotele e Tommaso d'Aquino […]?
Non era egli creato da Dio con sensi e istinti, con oscurità
sanguigne, con la capacità del peccato, del piacere, della
disperazione? […] egli sapeva che in quel cuore incostante di
artista e di seduttore c'era una pienezza di luce e di grazia
divina.”
Spesso
in ciascuno di noi coesistono un Narciso e un Boccadoro, ma come
convivere con tanta contraddizione?
Osservando
le opere d'arte di una chiesa, Boccadoro scopre che:
“di queste cose meravigliose ce n'erano parecchie, e ciascuna non
stava a sé e non era un caso […] Quello che in un paio di secoli
era stato costruito, scolpito, dipinto, vissuto, pensato e insegnato
in quel luogo, era di un'origine sola, di un solo spirito e si
accordava insieme come i rami di un albero”.
(il libro di oggi è : Hermann Hesse, “Narciso e Boccadoro”)
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