lunedì 26 dicembre 2011

Santo Stefano, protomartire

"Tutti quelli che sedevano nel sinedrio, fissando gli occhi su di lui, videro il suo volto come quello di un angelo." (At 6, 15)

La morte di Stefano viene celebrata immediatamente dopo il Natale perché si tratta del primo martire cristiano, ma a prescindere da questo possiamo rileggere i capitoli 6 e 7 degli Atti per farci un'idea di che uomo fosse. Tutti quanti sanno che è stato lapidato, e che tra i soldati presenti alla sua uccisione ci fosse un giovanissimo Saulo di Tarso, futuro Paolo ed Apostolo delle Genti. Allo stesso modo, tutti sanno che Stefano contemplava la Gloria di Dio quando, morendo, perdonò coloro che lo uccisero. Pochi sanno invece che tutti i saggi del sinedrio lo vedevano col volto di un angelo, e che le discussioni teologiche con Stefano erano impossibili da condurre poiché le persone "non riuscivano a resistere alla sapienza ispirata con cui egli parlava." (At 6, 10)

A prima vista non sembra essere sapiente, però, ciò che porta Stefano alla lapidazione: "Stefano, pieno di Spirito Santo, fissando gli occhi al cielo, vide la gloria di Dio e Gesù che stava alla sua destra e disse: «Ecco, io contemplo i cieli aperti e il Figlio dell'uomo che sta alla destra di Dio». Proruppero allora in grida altissime turandosi gli orecchi; poi si scagliarono tutti insieme contro di lui, lo trascinarono fuori della città e si misero a lapidarlo. (At 7, 55-58a)

Eppure son convinto di una cosa: se tu oggi fossi davanti a quel sinedrio dicendo "Ho visto ieri un bambino nascere in una mangiatoia, e credo fermamente che si tratti di Gesù detto il Cristo", beh... credo che tu verresti lapidato allo stesso modo!

Parte della missione cristiana è di dare testimonianza alla verità (Gv 18, 37): Stefano lo ha fatto subendo il martirio... e tu?

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