lunedì 26 dicembre 2011

Burkina Faso è...incontri inattesi!

Capita di fare incontri inattesi, inaspettati; come quel giorno in cui siamo partiti col treno diretti a Torino: avremmo raggiunto l’Africa di lì a pochi giorni. Che emozione! Chi si sarebbe mai aspettato di partire per una terra così lontana. Ma soprattutto chi si sarebbe mai immaginato di incontrare sul treno colui che ci avrebbe rivelato il segreto del nostro viaggio! Quel giorno, infatti abbiamo fatto la conoscenza di un uomo, un greco che era stato in Africa, il quale, con aria carica di ricordi ci ha detto: “il mal d’Africa non è dovuto alla bellezza del paesaggio, agli enormi soli del tramonto, agli animali incredibili che si possono incontrare, ma è causato dal fatto che l’Africa è una terra che ti fa riflettere, ti mette in discussione, ti fa pensare…” Che grande verità!
Quelle affermazioni non ci avevano però colpito immediatamente: non avevamo ancora vissuto alcuna esperienza e non potevamo sapere. Siamo così partiti con suor Carmela, ignari di ciò che ci aspettava.
Arrivati all’aeroporto di Ouagadougou, capitale del Burkina Faso, tutto ci sembrava irreale:l’aria calda, afosa, l’umidità, la polvere, le zanzare, i colori, i suoni, gli odori, le persone..l’ Africa!
Siamo rimasti meravigliati della calorosa accoglienza delle suore francescane missionarie di Maria, che ci hanno ospitati durante la nostra permanenza in capitale. Noi partecipavamo ai momenti di preghiera della loro comunità e durante la giornata una delle suore ci accompagnava a visitare la città, avendo così modo di ambientarci e capire la loro cultura: poco alla volta, abbiamo imparato ad apprezzare il loro cibo, il loro stile di vita, ma soprattutto a sopportare la strana temperatura africana. In capitale siamo rimasti solo cinque giorni, e sicuramente la cosa che ci ha maggiormente colpiti è stata il mercato. E’ una strana esperienza visitare un mercato africano, si rimane infatti affascinati dai colori delle merci, dalle animosità delle persone che cercano di vendere i propri prodotti, ma allo stesso tempo si rimane sconvolti dalle condizioni igieniche: mosche sugli alimenti, fogne a cielo aperto, cani randagi ecc..
Trascorsi cinque giorni ci siamo spostati, con l’utilizzo di mezzi pubblici, a Dissin, un villaggio al sud confinante con il Ghana. Qui abbiamo soggiornato per tre settimane, sempre presso una struttura delle suore francescane missionarie di Maria, e qui abbiamo capito quale è il vero significato di missione.
A Dissin abbiamo trovato ad accoglierci suor Marie Blanche, suora africana, fondatrice dell’associazione di donne FAA-I-TUORA. Lo scopo di questa associazione è di sollevare dalla miseria e dalla sofferenza questo popolo, riuscendo a garantire ogni giorno dell’anno il cibo necessario per sfamarsi, attraverso un lavoro di cooperazione tra donne. Sempre più donne sono entrate nel progetto, animate da una profonda fede e dalla speranza di poter raggiungere presto un domani migliore. Per ventitre giorni siamo rimasti a contatto con quest’opera “d’amore”, capendo l’importanza dell’aiuto vicendevole e della solidarietà tra uomini.
Che dire poi dei bambini..Nella parrocchia di Dissin vi è un orfanotrofio nel quale oltre ai bambini orfani sono accolti e curati bambini malnutriti. Ci donavano gioia, guardandoci, toccandoci la pelle così stranamente chiara, chiamandoci, correndoci incontro. Nel loro volto abbiamo incontrato lo sguardo di Cristo. Abbiamo sperimentato l’amore di Dio per il più povero, per il più umile per l’ultimo, rinnovandoci nell’anima e facendo nascere in noi una nuova forza.
Partendo per l’Africa il nostro intento era di lavorare, fare qualcosa di concreto per aiutare chi è nel bisogno; abbiamo però capito che una vera esperienza missionaria non è tanto nel fare, quanto nell’essere. Il vivere giorno per giorno con loro, immergersi totalmente nella loro cultura, essere partecipi del loro vivere: divenire fratelli! Questa in definitiva l’esperienza che abbiamo assaporato: l’essere fratelli degli “ultimi” e riconoscere in loro Dio.

Laura e Francesco

Nessun commento:

Posta un commento