(….) Ma c’è dell’altro. La verità è una spada che si brandisce per Dio. Può compiere imprese gloriose, ma può anche distruggere. Il Signore una volta disse qualcosa di molto significativo: Egli ci esorta ad esser «semplici come le colombe e accorti come le serpi». Che cosa ha voluto significare? Noi dobbiamo essere «semplici», cioè non doppi, non falsi. Il nostro parlare deve essere piano e sincero, facile da intendere. Ma il signore pretende anche da noi che siamo accorti. Non vuole dire astuti e furbi. E che cosa vuole dire allora? Ecco la mia interpretazione: la parola umana è qualcosa di forte, di pungente. Quando la pronunciamo essa non colpisce una fredda parete o un duro pavimento, ma un cuore vivo, un cuore umano. Su di esso può agire in diverse maniere: può dare un senso di liberazione, infondere coraggio, suscitare la gioia. Ma può anche ferire e abbattere. (….)
Anche la verità ha un tempo e un luogo. Si danno circostanze in cui bisogna saper tacere.
Questo è il significato di quell’«essere accorti». Bisogna dunque dire la verità, se è tempo di dirla;perciò non dobbiamo proferirla astrattamente, nel vuoto, ma dobbiamo tenerci in contatto con gli occhi e con l’anima del nostro interlocutore.
Romano Guardini Lettere sull’autoformazione, Brescia 1994, Morcelliana p.19-20
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