L'apostolo
Pietro “era incerto sul da farsi e da qualche tempo era tormentato
dal dubbio e dal timore. Il suo gregge era stato disperso e la sua
opera distrutta; quella Chiesa che, prima dell'incendio della città
[di Roma], era cresciuta bella e fiorente come albero rigoglioso, era
stata abbattuta e incendiata dal fuoco della “Belva”.
“All'alba
del giorno seguente, due uomini si avviarono per la via Appia verso
la campagna: Nazario e Pietro. L'Apostolo si allontanava da Roma e
dai suoi figli, compagni di fede. Il cielo si tingeva in Oriente di
un chiarore verdognolo che andava cambiandosi nei vivi colori
dell'arancio. [...] nel silenzio mattutino, sulle ampie lastre del
selciato, risonavano i passi dei due solitari viandanti. Finalmente
comparve tra i monti il sole e nello stesso momento l'Apostolo fu
colpito da una strana visione. Il disco d'oro invece di sollevarsi in
alto scendeva giù per la china dei monti e avanzava, abbagliante e
maestoso, verso di lui. […] Dopo un lungo silenzio si udì il
vecchio chiedere ansiosamente tra i sospiri: “Domine, quo vadis?”
Nazario non sentì alcuna risposta, ma all'orecchio di Pietro, mesta
e soavissima, si fece udire una voce: “Tu te ne parti, e io vado a
Roma a farmi crocifiggere un'altra volta”. L'Apostolo era immobile
con la faccia per terra, come morto. Alla fine si alzò, e raccolto
con mano tremante il bastone, volse frettoloso il passo verso la
città che aveva deciso di abbandonare. […] Comprese perché il
Signore lo avesse fatto tornare indietro: la città dell'orgoglio e
del delitto, della corruzione e della prepotenza, era ormai divenuta
la
sua città”.
(da: H. Sienkiewics, Quo vadis?, 1896, ristampa: Rizzoli 2003)
E
noi siamo pronti a lasciarci perdonare e trasformare da Dio?
Buona
Settimana Santa a tutti...
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