“E
poi: che cos'è la mafia? … Una voce anche la mafia: che ci sia
ciascun lo dice, dove sia nessun lo sa... Voce, voce che vaga: e
rintrona le teste deboli, lasciatemelo dire [...]” “Ma la mafia,
almeno per certe manifestazioni che io ho potuto constatare, esiste”.
“Mi addolorate, figlio mio, mi addolorate: […] Ditemi voi se è
possibile concepire l'esistenza di una associazione criminale così
vasta ed organizzata, così segreta, così potente da dominare non
solo mezza Sicilia, ma addirittura gli Stati Uniti d'America”
Un
classico della letteratura italiana, “Il giorno della civetta” di
Leonardo Sciascia (Milano: Adelphi, 1993) è anche uno specchio di
una situazione politica e sociale non chiara e nella quale la verità
e la giustizia devono continuamente fare i conti con il “favore”
e il “non detto” per proteggere l'interesse privato.
Ma
quanto, nella nostra vita di tutti i giorni ci impegniamo per la
Verità e per il Bene di tutti? Quale peso ha il mio vantaggio nelle
azioni che compio, magari senza nemmeno accorgermene?
Spesso
qualche ostacolo di troppo ci ferma e ci confonde le idee, ma, mi
viene da pensare, proprio lì, nello sforzo quotidiano e nella
consapevolezza, sta l'impegno che ci viene richiesto:
“Si
sentiva un po' confuso. Ma prima di arrivare a casa sapeva,
lucidamente, di amare la Sicilia: e che ci sarebbe tornato. “Mi ci
romperò la testa” disse a voce alta”.
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