Oggi
lascio parlare un libro che mi è sempre piaciuto molto e che, pur
essendo rivolto ai ragazzini, credo abbia tanto da raccontare anche
a noi, nelle fatiche di crescere e di relazionarsi con gli altri:
”Ti
vogliamo tutti bene, Fortunata. E ti vogliamo bene perché sei una
gabbiana [...]. Non ti abbiamo contraddetto quando ti abbiamo sentito
stridere che eri un gatto, perché ci lusinga che tu voglia essere
come noi, ma sei diversa e ci piace che tu sia diversa. [...] Ti
abbiamo dato tutto il nostro affetto senza alcuna intenzione di fare
di te un gatto. Ti vogliamo gabbiana. Sentiamo che anche tu ci vuoi
bene, che siamo i tuoi amici, la tua famiglia, ed è bene che tu
sappia che con te abbiamo imparato qualcosa che ci riempie di
orgoglio: abbiamo imparato ad apprezzare, a rispettare e ad amare un
essere diverso. È molto facile accettare e amare chi è uguale a
noi, ma con qualcuno che è diverso è molto difficile, e tu ci hai
aiutato a farlo. Sei una gabbiana e devi seguire il tuo destino di
gabbiana. Devi volare. Quando ci riuscirai, Fortunata, ti assicuro
che sarai felice, e allora i tuoi sentimenti verso di noi e i nostri
verso di te saranno più intensi e più belli, perché sarà
l'affetto tra esseri completamente diversi”.
“Volare
mi fa paura” stridette Fortunata alzandosi.
“Quando
succederà, io sarò accanto a te” miagolò Zorba leccandole la
testa.”
“Con
tutta la pazienza che contraddistingue i gatti, avevano aspettato che
la gabbianella comunicasse loro il suo desiderio di volare, perché
grazie a un'ancestrale saggezza capivano che volare è una decisione
molto personale”.
da
“Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare”
di Luis Sepùlveda
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