martedì 31 gennaio 2012

La gabbianella e il gatto nero iniziarono a camminare...


Oggi lascio parlare un libro che mi è sempre piaciuto molto e che, pur essendo rivolto ai ragazzini, credo abbia tanto da raccontare anche a noi, nelle fatiche di crescere e di relazionarsi con gli altri:

Ti vogliamo tutti bene, Fortunata. E ti vogliamo bene perché sei una gabbiana [...]. Non ti abbiamo contraddetto quando ti abbiamo sentito stridere che eri un gatto, perché ci lusinga che tu voglia essere come noi, ma sei diversa e ci piace che tu sia diversa. [...] Ti abbiamo dato tutto il nostro affetto senza alcuna intenzione di fare di te un gatto. Ti vogliamo gabbiana. Sentiamo che anche tu ci vuoi bene, che siamo i tuoi amici, la tua famiglia, ed è bene che tu sappia che con te abbiamo imparato qualcosa che ci riempie di orgoglio: abbiamo imparato ad apprezzare, a rispettare e ad amare un essere diverso. È molto facile accettare e amare chi è uguale a noi, ma con qualcuno che è diverso è molto difficile, e tu ci hai aiutato a farlo. Sei una gabbiana e devi seguire il tuo destino di gabbiana. Devi volare. Quando ci riuscirai, Fortunata, ti assicuro che sarai felice, e allora i tuoi sentimenti verso di noi e i nostri verso di te saranno più intensi e più belli, perché sarà l'affetto tra esseri completamente diversi”.

Volare mi fa paura” stridette Fortunata alzandosi.
Quando succederà, io sarò accanto a te” miagolò Zorba leccandole la testa.”

Con tutta la pazienza che contraddistingue i gatti, avevano aspettato che la gabbianella comunicasse loro il suo desiderio di volare, perché grazie a un'ancestrale saggezza capivano che volare è una decisione molto personale”.

da “Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare” di Luis Sepùlveda

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