Ho condiviso il mio cammino con altre compagne di missione e ho imparato che la convivenza con compagne di viaggio appena conosciute non è facile ma è possibile ed è divertente se si fa un passo più indietro nelle proprie abitudini europee e un piccolo passo in avanti verso la cultura e le usanze di un popolo nuovo..
Ho conosciuto chi ha portato davvero il Vangelo sulla strada, chi ha vissuto o sta vivendo accanto agli ultimi, i ragazzi disabili abbandonati, i carcerati, i migranti: Suor Mariangela, che ci ha pazientemente accompagnate per tutto il viaggio, Suor Francesca, guida delle Francescane Missionarie di Maria in Marocco e promotrice del centro per disabili di Amnougar, Suor Miriam, che si occupa del centro migranti di Casablanca, Suor Angela e Suor Genevieve, che offrono il loro aiuto alla comunità di Ouarzazate, Fra Pietro, sostegno spirituale per tutti i cristiani di Meknes e punto di riferimento per tutti i ragazzi della sua scuola e per i disabili abbandonati, Padre Renato, da sempre attivo nell’aiuto ai migranti. Ovunque siamo andate, siamo sempre state accolte e ospitate da comunità francescane attive sul territorio in cui vivono e in cui operano insieme suore provenienti da ogni parte del mondo e dove è normale sentire parlare in francese, inglese, spagnolo, italiano, arabo. Siamo rimaste felicemente sorprese nell’incontrare tanti laici, italiani e non, che si raccolgono intorno alle comunità cristiane delle suore francescane e dei frati e che collaborano con loro nei loro progetti di aiuto agli ultimi.
Durante queste tre settimane di vita comunitaria ho cercato di annotare tutto quello che ci succedeva durante le lunghe giornate: gli incontri, le preghiere, la condivisione, l’animazione, le gite con i bambini. Troppi avvenimenti importanti, troppi incontri decisivi che temevo di dimenticare con il passare del tempo una volta tornata in Italia. Non sono riuscita, però, a scrivere le emozioni e ciò che ho provato nel vivere tutto questo. Avevo bisogno di stare da sola, al di qua del Mediterraneo per riflettere, avevo bisogno della giusta distanza di tempo e di luoghi per far rivivere tutto il calore del Marocco.
Francesca
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