La realtà (degli altri, del mondo, di Dio…) ci interpella, ci chiama fuori, spinge, mette in movimento. Inevitabilmente.
Uscire, muoversi, itinerare, cercare, sono dunque modi fondamentali dell’essere umano.
Ed è elemento strutturale della fede.
La rivelazione di Dio nella storia di Israele, nella vicenda di Gesù e della sequela dei suoi discepoli, mostra come il Signore stesso sia itinerante, in movimento verso di noi e con noi.
E’ quella che chiamiamo struttura «esodica» (o «esodale») della vita e della fede, una struttura che non riguarda solo noi in quanto uomini e che riguarda Dio in quanto «persona».
Diventare persona, cioè esistere come relazione, presuppone l’uscita da sé per incontrare l’altro.
E questo vale per gli uomini in quanto sono «immagine» di Dio: è Lui il primo che, per incontrare l’altro, esce da se stesso.
Il vivere autentico è dunque esperienza (esperire = andare da e attraverso, viaggiare) e quindi al suo inizio, e poi ancora molte volte lungo il cammino, la vita è caratterizzata appunto dall’uscire, dall’attraversare, dall’oltrepassare.
L’itineranza è quello stile che caratterizza il missionario.
L’itineranza caratterizza molte delle grandi figure bibliche.
Incontrarli in cammino con noi ci indicherà come essere “forestieri e pellegrini" su ogni strada.
Da cosa, oggi siamo chiamati ad "uscire" per andare incontro all'altro?
Io devo uscire da una relazione che mi condiziona tantissimo, per poter essere più libera di incontrare chiunque incontro, ce la farò?
RispondiEliminaspero proprio di sì.
Claudia