Ma
cosa succede se ad essere avvicinate
sono
culture e religioni diverse? Da solo il confronto non avviene, c'è
bisogno di persone che lo vivano sulla propria pelle,
quotidianamente, anche in modo scherzoso, leggero, come prova a
raccontare Eric Emmanuel Schmitt nel libro “Monsieur Ibrahim e i
fiori del Corano”: un ragazzo ebreo conosce un anziano musulmano e
insieme a lui fa
esperienza di un mondo ben più vasto della sua casa
(significativamente descritta sempre con le persiane chiuse).
"Facevamo
un sacco di giochi. Mi conduceva nei luoghi di culto con una benda
sugli occhi perché indovinassi la religione dall'odore. “Qua c'è
odore di ceri, è cattolico”. “Sì, è Sant'Antonio”. “Qui
c'è odore d'incenso, è ortodosso”. “È vero, è Santa Sofia”.“E
qua c'è puzza di piedi, dev'essere musulmano. Bleah, c'è un
fetore...” “Cosa?! Ma è la Moschea Blu! Non ti piace un posto
che odora di corpi umani? A te non puzzano mai, i piedi? Ti disgusta
un luogo di preghiera che odora di uomo, che è fatto per gli uomini,
con gli uomini dentro? […] A me, questo profumo di pantofole mi
rassicura. Mi
fa pensare che non valgo più dei miei simili.”
Imparando
ad “aprire le persiane” e il cuore indiscriminatamente intorno a
sé, il giovane Momo riesce a dare concretezza a quella che era già
una sua impressione iniziale:
“Stando
con monsieur Ibrahim mi rendevo conto che gli ebrei, i musulmani e
persino i cristiani avevano avuto un sacco di grandi uomini in comune
prima di massacrarsi a vicenda. La cosa non mi riguardava, ma mi
faceva bene.”
(tratto da: Eric-Emmanuel Schmitt, Monsieur Ibrahim e i fiori del Corano, Roma: edizioni e/o, 2006
immagine tratta da: http://www.paceediritti.it/wcm/pace_diritti/sezioni_primopiano/primo_piano/mtv_14apr.htm)
(tratto da: Eric-Emmanuel Schmitt, Monsieur Ibrahim e i fiori del Corano, Roma: edizioni e/o, 2006
immagine tratta da: http://www.paceediritti.it/wcm/pace_diritti/sezioni_primopiano/primo_piano/mtv_14apr.htm)
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