Premessa: son di parte...
ma cosa è
l'Architettura? Sto leggendo, in questi giorni un libro di Gio Ponti
(quello che ha fatto il Pirellone a Milano, per intenderci...ma anche tante altre cose!). Lui
stesso lo definisce “non
un libro per gli architetti ma per gli incantati dall'architettura”
e inizia così:
“Amate
l'architettura, la antica, la moderna
Amate
l'architettura per quel che di fantastico, avventuroso e solenne ha
creato – ha inventato – con le sue forme [...]
amatela
per le illusioni di grazia, di leggerezza, di forza, di serenità, di
movimento che ha tratto dalla grave pietra, dalle dure strutture [...]
amatela
per l'immensa gloriosa millenaria fatica
umana
che essa testimonia con le sue cattedrali, i suoi palazzi e le sue
città, le sue case, le sue rovine.
Amate
l'architettura per le gioie e le pene alle quali le sue mura, sacre
all'amore ed al dolore, hanno dato protezione, per tutto quello che
hanno ascoltato (se i muri potessero parlare!) ed hanno conservato in
segreto: amatela per
la vita che si è svolta in essa,
per le gioie, i drammi, le tragedie, le follie, le speranze (questa
forma di follia), le preghiere, le disperazioni [...] che rendono sacro […] ogni muro: muri
pieni di storia, di fatica, di vita e di morte, di poesia, di follia,
di ricchezza e di miseria"
Bello, eh? senza contare la responsabilità che comporta:
"Anche
i palazzi privati, se son belli, appartengono
a tutti.
Il più povero dei veneziani dice da padrone “il mio San Marco”
ed entra: i palazzi che furono dei potenti, oggi sono le pareti del
suo Canal Grande.”
“E
il Creatore parlò. [...]
“L'Arte,
signori Angeli, è il miracolo degli uomini, è cosa che hanno creato
gli uomini: è la cosa più bella, più eccelsa, più divina di loro,
nella quale, e solo in essa, gli Uomini sono come Me: sono Creatori”
“Signori Angeli, vi ho definito l'arte”.
(da:
Gio Ponti, Amate
l'architettura,
1957, ristampa Milano: Rizzoli, 2008)
ps:
quando si dice tirar acqua al proprio mulino...
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