“Una
cosa che accade in questo momento può assumere un significato
soltanto alla luce di qualcosa che accade molto dopo […] Noi non
sappiamo a cosa andiamo incontro. Sappiamo unicamente di essere
partiti per un lungo viaggio. Solo verso la fine della corsa
scopriremo il motivo per cui siamo in viaggio, anche se il viaggio
può durare per molte generazioni […] Molte delle cose di cui oggi
non comprendiamo il significato potranno magari acquisire un senso al
prossimo crocevia”.
Oggi
vi propongo questo passo, tratto da “Maya”, un romanzo di Jostein
Gaarder (TEA, 2002).
Tanto
per cominciare: non c'entra niente la presunta fine del mondo, anzi!
Questo libro ci porta lontano, all'inizio della Vita, per
interrogarci sul perché siamo qui e sul senso della nostra Storia.
L'autore
intreccia invenzione e realtà, per stimolare il lettore a guardarsi
intorno e vedere tutto il Mistero e la Meraviglia della Creazione che
ci circonda.
É
un libro talvolta filosofico, talvolta “strano”, ma sempre capace
di risvegliare le domande più profonde dell'uomo... e, alla fine
della lettura, si ritrova la curiosità e la certezza di essere una
piccola parte di un Disegno tanto grande quanto bisognoso del nostro
contributo. Come scrive Gaarder:
"L'applauso
per il Big Bang si poté sentire soltanto quindici miliardi di anni
dopo l'esplosione".
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