È Amore.
Mi vedo qui, in questo momento, insieme a numerosi giovanissimi, di cui per lo più non conosco che qualche nome, nessuna storia, e nessuno dei motivi per cui oggi sono chiusi qui.
È Amore, dico, perché se non fossimo qui nell’Istituto di detenzione penitenziaria minorile, non potrei distinguere loro da me e dagli altri qui in visita domenicale, né gli abiti, né gli sguardi, né i volti, e, credo, neppure i pensieri.
Siamo tutti oggetto di un Amore grande che ci colma, che ci stringe, che ci dice che ha fiducia in noi, in ciascuno, in tutti.
Hanno ascoltato ogni sorta di voce: voce arrabbiata, voce dissonante, voce maldicente, voce violenta, voce assordante … ed io qui non voglio aggiungere “la mia voce”.
E allora li guardo, cerco il loro sguardo, e desidero imparare da Gesù, che guardando ama, semplicemente.
E Lui, chi invitava alla Sua tavola? Assassini, peccatori, adultere, ladri, malati. È questa la tavola apparecchiata per tutti noi questa domenica, e quando il padre consacra il pane e il vino, riceviamo insieme questo Corpo e questo Sangue, riceviamo la Vita.
Rebecca, nov.fmm
Nessun commento:
Posta un commento